Lewis Hamilton riesce a imprare qualcosa anche nei peggiori weekend. Così è andata anche in Bahrain dove partiva nono, ma ha chiuso al quinto posto. Sempre dietro al suo compagno di squadra, sempre lontano dalle posizioni che contano. Eppure Lewis è riuscito a imparare qualcosa anche da questo fine settimana.
“Dai test a oggi non mi aspettavo che andasse così male l’adattamento a questa Ferrari, pensavo fosse più costante e meno complicato. Va bene così, non mollerò e continuerò a spingere. Oggi ho dimostrato di avere ancora qualcosa dentro di me, devo attingere di più da questo potenziale”.
“Finalmente eravamo a posto e il mio stile di guida sembrava funzionare in quel momento, quindi ho imparato molto oggi e in questo fine settimana, probabilmente più che in tutti gli altri fine settimana”, ha detto Hamilton dopo la gara.
“È chiaro che la macchina richiede davvero uno stile di guida diverso e credo di star lentamente trovando anche l’assetto. Credo di essere stato un po’ discontinuo, lontano da Charles negli ultimi due weekend, per poi avvicinarmi gradualmente a lui”, ha detto Lewis che in effetti nello stint centrale è riuscito a girare sui tempi del compagno di squadra.
Lewis Hamilton non ha trovato la Ferrari che si aspettava. Questo è certo. Ma la domanda più gettonata oggi è un’altra: la Ferrari ha trovato il Lewis Hamilton che cercava? Non sono trascorsi neppure i suoi primi 100 giorni in rosso che l’euforia del debutto sta già scemando. L’effetto Hamilton si è arenato con il successo della Sprint Race in Cina e il paragone con Leclerc è diventato impietoso, fino a toccare i 6 decimi nelle qualifiche del Bahrain. Lewis non è ancora riuscito ad avere fiducia nella Sf-25, non ha ancora potuto prendere in mano una vettura completamente differente da quelle che ha sempre guidato. Si è preso ogni colpa, ha chiesto scusa ai tifosi, aggiungendo però di avere la solita motivazione e di voler risolvere il rebus. “Ho dimostrato di avere ancora qualcosa dentro di me”, ha detto forse più per convincere se stesso che gli altri. Racconta di aver imparato più in questo weekend che in tutti gli altri. Sabato in Arabia Saudita dove va vinto la prima edizione di una gara follemente veloce vedremo. “Vincere da subito non è banale. Credo che la sua tenacia e la sua forza siano di credere e crescere insieme alla squadra. Voglio essere positivo, anche se ovviamente non è facile”, ha detto Domenicali a La Politica nel Pallone su Radio Rai.
Non si aspettava neppure lui di dover affrontare tante difficoltà. Lo stint centrale dell’ultima gara in Bahrain ci racconta che un passo avanti lo ha fatto ed esser risalito dal nono al quinto posto lo ha consolato. Anche se, a 40 anni e con 7 Mondiali in tasca, è difficile sorridere per un quinto posto. Negli ultimi trent’anni solo Mansell ha vinto una gara dopo aver festeggiato i 40. Ma in un campionato dove Antonelli insegue i record di precocità, Lewis va a caccia di quelli di longevità. La Ferrari ha ancora 20 gran premi per dimostrare che non è stato un errore ingaggiare Lewis invece di Newey. Perché con il marketing non si vincono i mondiali, ma neppure le gare.
La scuola guida continua in questo fine settimana a Gedda dove Lewis ha vinto all’esordio con la Mercedes nel 2021, ma dove dopo la Red Bull ha sempre dettato legge, mentre la Ferrari si è dovuta accontentare di tre podi.
La rassegna stampa di http://www.loslalom.it
Daniele Sparisci, Corriere della sera: “Oscar ha la macchina che Leclerc non ha mai avuto nei suoi sette anni a Maranello e che era convinto di avere quest’anno. Si era illuso, o era stato illuso dalla fanfara per l’arrivo di Hamilton. L’umore del monegasco è cambiato dopo averla battezzata proprio a Sakhir, tornarci è stata una seduta dallo psicanalista, una presa di coscienza”.
Giulia Toninelli, la Gazzetta dello sport: “Quanto in alto questa SF-25 possa arrivare, resta però un mistero difficile da comprendere per tutti. Piloti compresi”.
Giorgio Terruzzi, Corriere della sera: “Resta da capire cosa impedisce ad Hamilton di far brillare un talento fuori quota e discussione, prima che i dubbi, le tensioni, trasformino ogni entusiasmo in profonda delusione. Anche perché quando una Ferrari mostra soprattutto complicazioni, l’insofferenza monta in tempi rapidi. Il tema dunque resta il solito: la SF-25 sembra afflitta da un qualche male oscuro, pur tra deboli progressi. Ogni scelta delle gomme vale un patema d’animo, dei piloti, figuriamoci di chi guarda”
Jacopo D’Orsi, la Stampa: “Nell’universo tutto è relativo, lo sappiamo dai tempi di Einstein, figuriamoci in Formula 1 dove si campa di millesimi in più o in meno rispetto alla concorrenza. Così si spiega perché la Ferrari, al netto della faccia al solito scura di Charles Leclerc, consideri questo spettacolare Gp del Bahrein che la vede ancora giù dal podio – non accadeva dal 2021 nelle prime quattro gare della stagione – come un passo avanti”.
Alessandra Retico, la Repubblica: “Secondo e assolto dall’accusa di avere azionato l’ala mobile di proposito quando non avrebbe dovuto: «Volevo spingere il bottone della radio, si è aperto invece il drs
Benny Casadei Lucchi, Il Giornale: “Nostalgia. Nel vedere quella giacca di sartoria blu, la camicia bianca con il colletto aperto, i capelli al vento e la passione di sempre farsi largo tra le rughe mentre sventolava la bandiera, sì, ai piloti in pista ma, idealmente, a questa F1 che in fondo altro non è che la sua Ferrari allargata e sparsa nel Circus”.
Umberto Zapelloni, Il Giornale: “Fuori dai punti per la prima volta Kimi Antonelli che pure aveva realizzato un grande sorpasso su Max. Con lui la Mercedes ha sbagliato strategia. Non va dimenticato che è solo alla sua quarta gara e tra un gran premio e l’altro va ancora a scuola”.


